Pubblicato nel 1987, “17 Re” vede in azione la formazione classica dei Litfiba, gruppo alternativo della scena italiana degli anni ’80 che ha conosciuto il successo nei ’90; Piero Pelù alla voce, Ghigo Renzulli alla chitarra, Ringo De Palma alla batteria, Gianni Maroccolo al basso e Antonio Aiazzi alle tastiere,
Re del silenzio
Pubblicato nel 1987, “17 Re” vede in azione la formazione classica dei Litfiba, gruppo alternativo della scena italiana degli anni ’80 che ha conosciuto il successo nei ’90; Piero Pelù alla voce, Ghigo Renzulli alla chitarra, Ringo De Palma alla batteria, Gianni Maroccolo al basso e Antonio Aiazzi alle tastiere. L’album è bellissimo, forse il punto più alto raggiunto dai Litfiba nella loro carriera.
Si ascolta di tutto in “17 Re”: i brani si differenziano tra loro e le influenze sono le più disparate. Suoni mediterranei si mescolano a musiche tipicamente new wave dove prevalgono le tastiere e i testi diventano più complessi rispetto al passato.In “Oro nero” si respira un’aria d’Oriente che ammalia in tutta la sua fascinosa bellezza, mentre “Cafè, mexcal e Rosita” e “Tango” sono omaggi spassosi dedicati all’America Latina (bella in particolare “Tango”).
“Re del silenzio”, un pezzo che ha dato il titolo anche ad una raccolta uscita pochi anni dopo, è sorretta da una batteria e un basso sinuoso. Con il passare degli anni è diventato un brano storico della band.
La sensuale “Pierrot e la luna” cambia continuamente ritmo e sintetizza in pieno lo spirito dell’album: uno spirito nomade e inquieto, ma affamato di vita, come le parole di Pelù in “Apapaia”: “Voglio idee per sopravvivere e mille e mille e mille non bastano”.
“Sulla terra”, melodia indolente condensata in quattro minuti, è una riflessione amara sui conflitti che insaguinano da sempre il pianeta: “La saggezza è una pazzia e impedisce di vedere/ ogni uomo spera di comandare / vive per questo e uccide anche per meno / bestie in guerra sulla terra sulla terra / un altro cuore che non batte più ahi ahi “
Sonorità coinvolgenti si abbinano testi che parlano d’amore, di rabbia e di dolore in maniera mai banale, con uno sguardo alle sette note a 360 gradi.
“Sulla terra”, melodia indolente condensata in quattro minuti, è una riflessione amara sui conflitti che insaguinano da sempre il pianeta: “La saggezza è una pazzia e impedisce di vedere/ ogni uomo spera di comandare / vive per questo e uccide anche per meno / bestie in guerra sulla terra sulla terra / un altro cuore che non batte più ahi ahi “.Con “Ballata” i Litfiba tirano fuori una canzone carica di nostalgica bellezza. E tra i brani più interessanti spicca “Univers”, un viaggio onirico all’interno di sé stessi.
Non mancano poi episodi bizzarri e pieni di effetti con “Cane” e “Gira nel mio cerchio”, con testi che sembrano scritti da un pazzo. Epica è la conclusiva “Ferito”, evidente omaggio allo sterminio compiuto dai bianchi ai danni della popolazione indiana originaria degli Stati Uniti. Il bello di “17 Re” è che unisce sonorità coinvolgenti a testi che parlano d’amore, di rabbia e di dolore in maniera mai banale, con uno sguardo alle sette note a 360 gradi. Da riscoprire.